Fotovoltaico: pannelli solari al posto dell’asfalto negli USA

Sostituire l’asfalto con i pannelli solari per trasformare le autostrade in lunghe centrali energetiche e renderle autosufficienti, sostenibili e sicure. É quanto si prefigge l’ambizioso progetto Solar Roadways, alla ricerca di nuovi fondi per avviare una prima sperimentazione su strada.

Scott e Julie Brusaw, ideatori del prototipo di fotovoltaico autostradale, si sono già aggiudicati un primo finanziamento dal Dipartimento dei Trasporti, avviando con successo i primi test nel Nord Idaho, dove i due vivono e hanno la loro sede operativa. Sulla piattaforma di crowdfunding IndieGoGo i due mirano a raggiungere un milione di dollari per poter iniziare a produrre gli speciali pannelli.
Il progetto dell’asfalto solare ha dovuto superare diversi problemi tecnici, primo tra tutti l’aderenza delle ruote al vetro. I Brusaw hanno dovuto realizzare una struttura superficiale che consentisse ai veicoli di arrestarsi in frenata, senza rischio di incidenti. Per quanto riguarda il funzionamento dei pannelli delle Solar Roadways, di giorno la luce del Sole permette di immagazzinare energia da sfruttare per illuminare di notte i segnalatori LED incorporati.
L’illuminazione stradale e la segnaletica non saranno le uniche a beneficiare dell’energia pulita e rinnovabile prodotta dall’autostrada solare. Il sistema prevede infatti che la strada venga mantenuta sgombra dal ghiaccio e dalla neve nelle ore notturne, sfruttando l’energia solare immagazzinata durante il giorno.
Un altro vantaggio dei pannelli solari stradali è rappresentato dalla lunga durata, pari a ben 20 anni. Inoltre i pannelli rotti possono essere sostituiti facilmente e singolarmente, senza necessità di bloccare lunghi tratti autostradali come avviene oggi quando ci sono lavori di ripavimentazione in corso.
Il tutto si tradurrebbe in minori costi di gestione delle autostrade e in un rischio più basso di incidenti dovuti a ghiaccio e neve. Il primo passo sarà però testare ulteriormente la tenuta dei pannelli su marciapiedi e parcheggi, solo successivamente si potrà pensare ad applicazioni su larga scala, ma la strada da percorrere e i costi da sostenere per attuare il progetto appaiono ancora chilometrici.
Fonte: Cleantechnica



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