Fotovoltaico, convergono i prezzi di moduli cinesi ed europei

Sempre più vicini il prezzo dei moduli fotovoltaici made in China e quello dei moduli europei. Mentre quello dei secondi ha accelerato il calo, il prezzo dei prodotti cinesi, stabilizzatosi questa primavera, ha subito un forte rialzo nell'ultimo mese. Lo mostrano i dati raccolti da EuPD Research’s PV SalesMonitor sul mercato tedesco (vedi grafico).
A ottobre, in Germania, il prezzo di un impianto di piccola taglia con moduli cinesi tier 1 (la qualità migliore) è salito a 1.459 euro/kWp, mentre il prezzo medio di tutte le offerte (sempre con moduli tier 1) è stato di 1.522 euro/kWp.

Nonostante il “rimbalzo” dei sistemi con moduli cinesi registrato a ottobre, la discesa dei prezzi però continua e lo si vede bene sia nella picchiata della linea dei prezzi dei sistemi con pannelli tedeschi che nell'andamento dal 2011.

Materiali scarsi che servono per rinnovabili, storage e veicoli elettrici

Le tecnologie per decarbonizzare l'economia europea devono fare i conti con potenziali problemi di approvvigionamento di alcune materie prime strategiche. Elementi naturali la cui scarsità potrebbe dare seri problemi alle filiere di veicoli elettrici, eolico, alcune tecnologie fotovoltaiche e alcune per l'illuminazione efficiente.

L'avvertimento arriva da un nuovo studio pubblicato dal Joint Research Center della Commissione europea (allegato in basso). Il lavoro valuta la disponibilità presente e futura per i paesi dell'Unione di 60 materiali usati nelle tecnologie strategiche per la decarbonizzazione come individuate dal SET Plan: da quelle citate sopra, fino ai sistemi di cogenerazione, passando per le varie fonti rinnovabili, i diversi sistemi di accumulo, il nucleare e la cattura della CO2.

Perché obiettivi 2030 vincolanti per rinnovabili ed efficienza energetica

Stiamo assistendo ad un dibattito tra politica, istituzioni e industria sulla necessità di affiancare o meno agli obiettivi 2030 per la riduzione delle emissioni climalteranti specifici target europei, ugualmente vincolanti, per rinnovabili ed efficienza energetica.

Una scelta che darebbe maggiori certezze a quelle imprese che investono in ricerca e innovazione in questi settori, evitando peraltro di incorrere nelle sanzioni previste per gli Stati a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi.