Rinnovabili: energia dal biogas prodotto da scarti acque reflue

Produrre energia anche dalla depurazione delle acque, perché quasi ogni processo ha degli scarti che possono diventare risorsa. È quello che accadrà a Torino, dove verrà installato il primo impianto di taglia industriale in Europa capace di produrre energia a partire dal biogas prodotto dalla depurazione delle acque. Verrà realizzato nell’ambito del progetto europeo “Demosofc”, coordinato da Massimo Santarelli del dipartimento Energia del Politecnico di Torino.
La tecnologia è quella delle celle a combustibile ad ossidi solidi (SOFC), più efficienti dei motori nella conversione del biogas in elettricità (arrivano fino al 60%). Funzionano a circa 800°C e di solito fanno uso, come combustibile, di idrogeno, metano ma anche di biomasse. In questo caso verrà utilizzato il biogas prodotto dalla digestione anaerobica dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane dell’impianto di trattamento di “Smat” Collegno (Torino).
Il progetto coinvolge oltre al Politecnico di Torino e al Gruppo Smat per l’Italia, anche l’azienda finlandese Convion Oy, produttrice di sistemi SOFC, il centro di ricerca finlandese Vtt e l’Imperial College of Science, Technology and Medicine di Londra. Il budget totale è di circa 5,9 milioni di euro, dei quali 4,2 milioni di euro arriveranno dall’Unione Europea come fondi nell’ambito del programma Horizon 2020, piattaforma FCH-J (Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking).
L’impianto lavorerà in cogenerazione producendo 175 kW elettrici e 90 kW termici, con un’efficienza elettrica del 53%. Riuscirà così a garantire il 30% del fabbisogno elettrico del sito, che al momento dipende dalla rete, e il 100% del fabbisogno termico.
Il Politecnico di Torino aveva già realizzato a suo tempo un impianto pilota, “SOFCOM” che funzionava secondo lo stesso principio: dal biogas derivante dalla depurazione si ottiene energia e come fumi di scarico, solo vapore acqueo e anidride carbonica. Quest’ultima però viene recuperata e ritorna ad essere combustibile grazie ad un processo fotosintetico che avviene in un fotobioreattore.
Qui avviene la fissazione del carbonio della CO2 in biomassa algale, grazie alla luce e ai nitrati e fosfati contenuti nell’acqua filtrata dell’impianto depuratore di Smat. Le alghe a loro volta, abbattono il quantitativo di nutrienti contenuto nell’acqua determinandone la completa purificazione.

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