Spalma incentivi: 52 milioni di euro in meno da tagli alle rinnovabili

Lo Spalma incentivi è stata una delle misure più criticate del pacchetto normativo per ridurre le bollette energetiche approvato con il Dl Competitività nell’agosto del 2014. A distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore del provvedimento, fortemente osteggiato dai produttori di energie rinnovabili, il Movimento 5 Stelle ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico se lo Spalma incentivi ha prodotto i risultati sperati permettendo a imprese e famiglie di tagliare i costi della bolletta energetica.
All’interrogazione, effettuata dal deputato pentastellato Davide Crippa, ha risposto Paola De Micheli, sottosegretaria all’Economia. La De Micheli ha confermato che le stime effettuate dal Governo sul risparmio conseguito con il taglia-bollette si sono rivelate esatte a eccezione di due casi: la rimodulazione degli incentivi agli impianti fotovoltaici di grossa taglia e la rimodulazione degli incentivi alle FER non fotovoltaiche.
Nel primo caso il risparmio atteso, stimato in 420 milioni di euro all’anno, è stato di 395 milioni di euro. Nel secondo caso le stime sono state disattese per un totale di 27 milioni di euro. Complessivamente lo Spalma incentivi ha dunque generato un risparmio di 52 milioni di euro annui in meno rispetto al previsto.
L’On. Crippa non è apparso soddisfatto della risposta ricevuta all’interrogazione sui risparmi conseguiti con lo Spalma incentivi. Il deputato del Movimento 5 Stelle ha criticato la sottosegretaria sostenendo che ha eluso una parte fondamentale della domanda: quella relativa ai risparmi promessi alle famiglie italiane. Come fa notare Crippa:
Nel comunicato erano citati consistenti risparmi anche per le componenti familiari. Su questa parte la sua risposta è stata assolutamente evasiva, nel senso che benefici significativi per le famiglie promessi nel comunicato non ce ne sono.
Crippa fa notare che le famiglie hanno anzi pagato l’energia il 2,7% in più nel primo semestre del 2015, un aumento dei costi che cozza con le rosee previsioni del MiSE.
Il deputato pentastellato evidenzia inoltre che anche per quanto riguarda il mondo dell’industria il risparmio ottenuto è stato del 3-4% inferiore rispetto ai cali dei prezzi dell’energia all’ingrosso:
Quindi, caro Governo, se foste stati fermi in qualche modo il prezzo dell’energia sarebbe calato percentualmente almeno della componente energia.
di Marco Mancini

Fonte:
Qualenergia

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