Solare termodinamico: siglato nuovo protocollo Anest-Legambiente

Nuovo slancio allo sviluppo di progetti di solare termodinamico rispettosi del territorio e dei cittadini arriva dal protocollo d’intesa siglato da Legambiente e Anest, l’Associazione nazionale energia solare termodinamica. Le aziende che aderiranno, su base volontaria, avranno l’occasione di godere di incentivi e profitti maggiori.

Questo a patto di rispettare le normative vigenti e costruire in aree idonee, riducendo l’impatto ambientale degli impianti alimentati a solare termodinamico che sfruttano la tecnologia CSP, Concentrated Solar Power, e le sue varianti più innovative come quella a sali fusi creata dall’ENEA grazie al contributo di Carlo Rubbia. Non basta infatti investire nelle energie rinnovabili, bisogna farlo in modo intelligente e sostenibile per non rischiare di commettere gli stessi errori perpetrati con i fossili.
Il solare termodinamico è una delle tecnologie su cui puntare nella transizione energetica verso le rinnovabili, perché consente di produrre energia anche in assenza di Sole, garantendo riserve energetiche affidabili. Da questo settore produttivo potrebbero arrivare 300-400 MW, nonché ricadute occupazionali di rilievo. Come ha sottolineato il presidente di Anest, Gianluigi Angelantoni, presentando il protocollo d’intesa con Legambiente:
La firma di questo accordo vuole essere un segnale forte per quei territori dove sono previsti nuovi progetti di impianti che utilizzano la tecnologia del solare termodinamico. Impianti a fonte rinnovabile, previsti dalla normativa nazionale, che possono trovare per la loro dimensione e innovazione opposizione locale.
L’accordo con Legambiente significa per noi presentarci nei contesti interessati a fianco di una delle più importanti associazioni ambientaliste italiane, e auspichiamo che, accanto a un processo di informazione trasparente e capillare, questo possa essere una garanzia per i cittadini che vi abitano.
Le aree ambientali sensibili verranno escluse dai siti papabili per la costruzione di nuovi impianti, così come i terreni agricoli di alto valore produttivo.
Inoltre la popolazione verrà adeguatamente informata sull’impatto dell’impianto ed eventuali sottrazioni di territorio naturale dovranno essere compensate adeguatamente. La precedenza, come ha sottolineato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, verrà data ad aree dismesse e industriali, per limitare le ricadute sul paesaggio.



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