Se a Enel piace solo il “suo” fotovoltaico
News dal 19 al 23 ottobre 2015
Di fronte all’enfasi con cui sabato scorso Enel ha celebrato l’inaugurazione del più grande polo fotovoltaico del Cile (due impianti per un totale di 78 MW) e di fronte all’apprezzamento dello stesso capo del governo Matteo Renzi che era presente e si è speso in lodi verso le energie rinnovabili, non si può che condividere il tweet lanciato ieri da Francesco Ferrante (vicepresidente del Kyoto Club ed ex senatore): “Fatemi capire: se le #rinnovabili si fanno in Cile sono dimostrazione di Italia vincente e qui invece trivelle?”. Ha ragione. Le rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, hanno trovato in Enel un formidabile oppositore sul suolo italiano e un fervente sostenitore all’estero, in particolare in Sudamerica. Il motivo è molto semplice: all’estero il fotovoltaico è fonte di profitti, in Italia invece è esattamente il contrario dato che ogni impianto solare installato sul tetto di una casa o sul capannone di un’azienda riduce la necessità di
acquistare energia elettrica e quindi taglia i denari versati a Enel tramite bolletta. Ma il futuro potrebbe essere ben diverso: Enel ed Enel Green Power stanno tornando a guardare al fotovoltaico in Italia con gli stessi occhi languidi con cui il lupo guardava cappuccetto rosso. L’obiettivo è addirittura dichiarato e si legge nero su bianco in un comunicato stampa diffuso lo scorso 16 ottobre da Enel Green Power per annunciare la nascita della joint venture con F2i. Si legge nel comunicato stampa “La nuova joint venture (…) si pone l’obiettivo di diventare leader del mercato italiano nel settore fotovoltaico”, e poi “La joint venture si pone come obiettivo quello di fare leva sull’attuale momento di consolidamento del settore fotovoltaico italiano, aggregando impianti fotovoltaici operativi detenuti da istituzioni finanziarie e operatori privati”. Insomma, finché le rinnovabili in Italia mi penalizzano, le ostacolo; quando me le posso mangiare in un boccone, torno a valorizzarle. Una strategia di mercato che si potrebbe accettare se si trattasse di merendine per la prima colazione o di carta igienica. Ma quando di mezzo ci sono le scelte strategiche per il futuro energetico di un intero Paese, e quando si ha a che fare con un gruppo che ha ancora come azionista di riferimento il ministero dell’Economia e delle Finanze (25,5%), forse occorrerebbero maggiore prudenza e maggiore lungimiranza. E quindi ci attendiamo che anche il premier Matteo Renzi, presente all’inaugurazione del polo rinnovabile in Cile insieme all’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, dimostri maggiore interesse per un fotovoltaico “libero” in Italia, invece di assecondare le prepotenze dei signori delle fonti fossili.
Fonte : Davide Bartesaghi

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